domenica 20 gennaio 2013

IL NEOREALISMO CINEMATOGRAFICO

Il neorealismo è, senza dubbio, il movimento del cinema Italiano che ha conquistato maggiori consensi e maggiore fama in tutto il mondo. Ancor oggi, a più di quarant'anni di distanza da una stagione che fu di breve durata, il cinema Italiano viene spesso identificato con il neorealismo. Nel cinema neorealista viene rievocata un’immagine dell’Italia, provinciale e “stracciona”, che per una larga parte del pubblico internazionale coincide con l’immagine divulgata dal neorealismo.Fu un fenomeno senz'altro complesso in cui possiamo isolare tre aspetti principali: quello morale, quello politico e quello estetico, precisando però che essi risultano strettamente intrecciati nei film. Fu anzitutto la reazione morale agli orrori e alle infamie della guerra che spinse i cineasti a ritrovare i valori essenziali dell’esistenza e della convivenza sociale. Bisognava dare una risposta sul piano politico alla serie di tragici errori commessi dal fascismo. Di qui la necessità di un linguaggio nuovo, che riuscisse a esprimere in modo diretto una presa di coscienza e una volontà di mutamento.

Ci sono vari aspetti che caratterizzano il neorealismo: i film neorealisti sono generalmente girati con attori non professionisti; le scene sono girate quasi esclusivamente in esterno, per lo più in periferia e in campagna; il soggetto rappresenta la vita di lavoratori e di indigenti, impoveriti dalla guerra. È sempre enfatizzata l'immobilità, le trame sono costruite soprattutto su scene di gente normale impegnata in normali attività quotidiane, completamente prive di consapevolezza come normalmente accade con attori dilettanti. I bambini occupano ruoli di grande importanza ma non solo di partecipazione, perché essi riflettono ciò che "dovrebbero fare i grandi". I film neorealisti erano storie contemporanee ispirate a eventi e problemi reali e recenti che rappresentavano la durezza della vita nel dopoguerra.Questa immagine dell'Italia povera e desolata che traspariva in questi film infastidiva la classe politica di sinistra,che non accettava la visione pessimistica e la mancanza di un'esplicita dichiarazione di fede politica. Anche la chiesa cattolica condannò molti film per l'anticlericalismo e per come venivano trattati argomenti come il sesso. Fu emanata una legge, presentata dall'allora sottosegretario allo spettacolo Giulio Andreotti, che doveva sostenere e promuovere la crescita del cinema italiano e al contempo frenare l'avanzata dei film americani ma anche gli imbarazzanti eccessi del neorealismo.

I maggiori esponenti del movimento furono i registi Roberto Rossellini, Luchino Visconti, Vittorio De Sica, Michelangelo Antonioni, Giuseppe De Santis, Pietro Germi, Alberto Lattuada, Renato Castellani, Luigi Zampa e lo sceneggiatore Cesare Zavattini, Francesco Maselli e Carlo Lizzani. In una posizione a sé stante si colloca Federico Fellini.

OSSESSIONE di LUCHINO VISCONTI



Il vagabondo Gino Costa si ferma presso un ristoro per viaggatori nella bassa padana, divenendo l'amante di Giovanna, moglie dell'ignaro Giuseppe, proprietario dello spaccio. Gino non sopporta questa situazione e propone alla donna di fuggire con lui. Giovanna rifiuta e lui parte per Ancona, in cui lo attira la presenza del porto: spera di imbarcarsi e di lasciarsi alle spalle la storia appena conclusa. Durante il viaggio per Ancona fa amicizia con un girovago detto lo spagnolo. Gino non si imbarca più, ma trova lavoro con il suo nuovo amico alla Fiera di maggio; una nuova vita sembra iniziata.
Durante i giorni di fiera, Gino incontra però ancora Giovanna e il marito, che era giunto ad Ancona per partecipare ad un concorso canoro. I due ex amanti immediatamente ristabiliscono il loro legame ed anzi decidono di uccidere Giuseppe attraverso la simulazione di un incidente stradale. Mettono in atto presto il loro piano, ma l'incidente insospettisce la polizia. Dopo il delitto la storia tra i due amanti diventa tesa: Giovanna riscuote l'assicurazione sulla vita del marito e riapre insieme a Gino la trattoria del marito. Gino, schiacciato dal rimorso e deluso di una vita che sente rubata, la lascia e se ne va a Ferraradove fa amicizia con una prostituta dolce e comprensiva. Rivede quindi nuovamente Giovanna, che gli dice di essere incinta; i due amanti cercano allora di fuggire, ma la macchina finisce fuori strada, Giovanna muore e Gino viene arrestato dalla polizia.

E' considerato il primo film neorealista, è ispirato al romanzo il postino suona sempre due volte.

Se da un lato il film è neorealistico dall'altro lato se ne distacca (anche perché il neorealismo non è mai stata una scuola ma solo un insieme di interessi e propositi comuni), è una storia torbida, sensuale ed esasperata che non sembra in effetti "neorealista", ma un'ispirazione schiettamente neorealista si sente nella descrizione della vita di persone comuni, nell'ambientazione dell'azione in città mai considerate fino ad allora dal cinema, nella descrizioni di situazioni di vita quotidiana. Si capisce allora perché il film sia considerato l'inizio del Neorealismo.

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