domenica 20 gennaio 2013

IL NEOREALISMO NELLA LETTERATURA

Il neorealismo è una tendenza aristico-letteraria che si affermò soprattutto nel periodo del dopoguerra: gli autori neorealisti intendevano rappresentare la realtà contemporanea della guerra, della resistenza e del dopoguerra, per dare testimonianza artistica di un'epoca che segnò tragicamente la vita di tutto il popolo italiano. Proprio il bisogno di rappresentare direttamente storie di vita vissuta in prima persona, sia dagli scrittori, sia dai lettori, comportò la scelta della prosa a scapito della poesia, l'adozione di un linguaggio tendenzialmente chiaro e comunicativo, il rifiuto della tradizione letteraria della pagina ben scritta di moda negli anni Venti e Trenta. Gli scrittori guardavano piuttosto all'esperienza letteraria del verismo e in particolare all'opera di Giovanni Verga.
La letteratura concepita dagli autori neorealisti era una letteratura "impegnata": non opere di svago, ma libri che aiutassero a prendere coscienza della situazione contemporanea, meditando sulla recente storia nazionale, facendo tesoro dell'esperienza in vista della ricostruzione di un'Italia nuova, democratica e antifascista. Di qui il nascere di una serie di iniziative non strettamente letterarie, ma culturali; vennero fondate alcune riviste sulle quali condurre il dibattito e diversi scrittori si impegnarono nel mondo dell'editoria per tradurre in pratica la loro visione della cultura. La rivista più importante fu "Il Politecnico" (1945-1947) di Elio Vittorini, che aveva un'apertura di interesse internazionale.
Da un punto di vista critico e teorico-letterario, oltre che politico-culturale, il centro del movimento è indubbiamente Roma; il neorealismo rappresenta nella sua sostanza, al di là di singole manifestazioni regionali, un movimento unificante, che tentò di imporre, in maniera più o meno consapevole, un nuovo mito nazionale, che soppianta l'immagine di Roma imperiale con quella di una Roma umile, proletaria, progressista e borgatara. A partire dal 1944 è densissima la produzione narrativa, cronachistica e diaristica che riflette gli eventi della guerra e in particolare della Resistenza: fogli clandestini e quotidiani pubblicano testimonianze che vengono espresse quasi da un'esigenza fisiologica da chi le ha drammaticamente vissute. Tra i maggiori esponenti di tale corrente sono da annoverare scrittori come Carlo Levi, Vasco Pratolini, Italo Calvino… Se si eccettuano rare e tardive espressioni, che peraltro già si scostano dai modelli originari(due nomi per tutti: Beppe Fenoglio e Giovanni Testori), il neorealismo può dirsi esaurito già intorno alla metà degli anni Cinquanta. E, infatti, convenzionalmente, il neorealismo si ritiene chiuso con la polemica che accompagnò la pubblicazione del romanzo di Pratolini, Metello (1955), storia della formazione umana e politica di un operaio sullo sfondo delle lotte sociali in Italia tra il 1875 e il 1902, da alcuni difeso come opera esemplare di un nuovo realismo, da altri considerato un romanzo falito soprattutto per la rappresentazione idealizzata e sentimentale della classe operaia.

MARCOVALDO OVVERO LE STAGIONI IN CITTÀ di ITALO CALVINO

Marcovaldo ovvero Le stagioni in città è una raccolta di venti novelle di Italo Calvino
Il sottotitolo Le stagioni in città si rifà alla struttura dei racconti, associati ognuno ad una delle quattro stagioni dell'anno. Protagonista comune a tutti i racconti è Marcovaldo, un manovale con problemi economici, ingenuo, sensibile, inventivo, interessato al suo ambiente e un po' buffo e malinconico.
I racconti sono ambientati in una grande città imprecisata: anche se l'autore non ne fa il nome, con ogni probabilità l'ispirazione fu presa da Torino, dove Calvino ha lavorato e vissuto per molti anni, (il fiume, le colline prossime alla città, le montagne ed i grandi corsi sono tutti elementi che compaiono nei racconti caratteristici del capoluogo piemontese). Tuttavia questa città è simbolo di ogni città, con cemento, ciminiere, fumo, grattacieli e traffico, e Marcovaldo ne è il Cittadino per antonomasia. Anche la ditta Sbav, presso cui Marcovaldo lavora, è la Ditta per eccellenza, simbolo di tutte le ditte, e proprio per questo non si sa né cosa vi si produca, né cosa vi si venda, né il contenuto degli imballaggi che il protagonista sposta e trasporta tutto il giorno.
Le avventure che si susseguono mostrano come la società delle città moderne possa arrivare ad influenzare le persone ed il loro rapporto con la natura.

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